giovedì 8 marzo 2012

Da "L'altra Molfetta" : Non dimentichiamo le tante, troppe morti bianche

07/03/2012   In tanti hanno aderito all'invito del Comitato3marzo che lo scorso sabato, in concomitanza con il quarto anniversario della tragedia della Truck Center, ha indetto una manifestazione alla quale hanno aderito l'Amministrazione Comunale, sindacati, studenti, partiti e singoli cittadini. 
Appuntamento alle ore 9.00, in piazza Aldo Moro. Sin dalle prime battute nella piazza sventolano bandiere: dalle iridate bandiere della pace a quelle di partito, a quelle della Fiom. 
Soprattutto, c'è il Gonfalone della Città: segno e simbolo di quanto Molfetta voglia stringersi intorno ai familiari delle cinque vittime di quella che venne definita "la strage della solidarietà": Guglielmo Mangano, Michele Tasca, Luigi Farinola, Vincenzo Altomare e Biagio Sciancalepore; cinque persone che quel giorno erano uscite di casa per lavoro e non hanno fatto più ritorno. 
Pian piano la folla aumenta, giungono autorità e rappresentanti dei partiti; telecamere e macchine fotografiche lavorano a pieno ritmo per immortalare tutti i dettagli, giornalisti cercano di raccogliere dichiarazioni e interviste. 
Il corteo, lentamente, si compone e comincia a sfilare, mentre, con i megafoni, vengono sottolineati gli obiettivi della manifestazione. 
In testa il Comitato 3 marzo. Subito dopo il Gonfalone. Poi il sindaco Antonio Azzollini, il presidente del Consiglio Comunale Nicola Camporeale, diversi assessori e consiglieri comunali, il consigliere regionale Antonio Camporeale e il consigliere provinciale Saverio Tammacco, e ancora Giovanni Abbattista, Mino Salvemini, Tommaso Minervini, Antonello Zaza, Gianni Porta, Pietro Mastropasquq solo per citarne alcuni. 
Sventolio di bandiere, slogan (che, però, in alcuni istanti si sovrappongono gli uni agli altri) e striscioni che chiedono "verità e giustizia", chiedono di "lavorare per vivere... non per morire"; gli studenti ricordano "il vostro futuro è il nostro futuro"... il corteo raggiunge piazza Municipio, dove si susseguono gli interventi. La Rete Nazionale per la Sicurezza invia un messaggio per comunicare la propria adesione all'iniziativa. 
Gli interventi da parte dei rappresentanti della CGIL Giuseppe Filannino e Pino Gesmundo ricordano la situazione in cui versano i lavoratori, costretti ad accettare anche pessime condizioni di lavoro pur di portare "il pane a casa". «La disoccupazione sta sfaldando i diritti... sta diventando "complicato" iscriversi al sindacato…» L’accento è posto sui tagli a diritti e sicurezza sul lavoro, sui 46 diversi tipi di contratti che rendono il mondo del lavoro una giungla. «Non è precario il lavoro, è precaria la vita » risuona in una piazza gremita. 
Vengono evidenziate le complesse situazioni che investono città come Taranto (inquinamento causato da Ilva e Eni) e Bari (situazione del Petruzzelli), viene annunciata la manifestazione che si terrà a Taranto il prossimo 9 marzo. 
Interviene anche Stefano Sciancalepore che, amaramente, sottolinea: «Si assiste a uno scaricabarile... dopo quattro anni nessuno è in galera...». 
La giornata di riflessione e testimonianza si conclude in serata con lo spettacolo "La Cisterna"... una intensa performance ispirata alla vicenda della Truck Center, portata in scena, presso l’Auditorium della parrocchia Santa Famiglia, da Massimo Zaccaria per la regia di Salvatore Arena. 
Una manifestazione tesa a tenere alta l'attenzione, accertare verità e giustizia e, soprattutto, a costruire una rete, un movimento che ponga in primo piano il problema della sicurezza sul lavoro, affinchè non vi siano altre famiglie costrette a piangere propri cari usciti di casa una mattina e mai più rientrati. Le cronache degli ultimi giorni sono ancora troppo piene di "morti bianche"; le statistiche riferiscono di tre morti al giorno, mille in un anno. 
Come sempre, purtroppo, c'è chi ha voluto strumentalizzare l'evento, criticando la presenza di alcuni partiti (che, tra l'altro, hanno aderito al comitato) e delle loro bandiere. 
In realtà sarebbe stato bello veder sfilare, insieme, le bandiere di tutti i partiti: in fondo si è trattato di una vera manifestazione "bipartisan", a cui erano presenti politici di tutti gli schieramenti. 
Poteva essere un piccolo, grande gesto simbolico che mostrasse, anche visivamente, come il vero senso dell'iniziativa era la solidarietà con i familiari delle vittime e con tutti i lavoratori costretti a operare in ambienti o in condizioni non "sicure". 
Isabella de Pinto





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